a cura di SERGIO TORSELLO e VINCENZO SANTORO
Il Salento Levantino

Memoria e racconto del tabacco a Tricase e in Terra d’Otranto
introduzione di Alessandro Portelli
libro pp.144
Euro 25,00

PRESENTAZIONE UFFICIALE
Domenica 15 Maggio a Tricase
in occasione del “70-mo anniversario della strage delle tabacchine”
ore 19.00 presso la sede dell'Acait, il tabacchificio di Tricase
Saranno presenti:
Antonio Coppola, sindaco di Tricase
Alessandro Portelli, docente presso l’università “La Sapienza” di Roma e presidente del Circolo “G. Bosio”
Vincenzo Santoro e Sergio Torsello, curatori del libro

 

Per quasi un secolo i tabacchi levantini hanno rappresentato uno degli elementi centrali dell’economia salentina.
L’epopea del tabacco, soprattutto nella sua fase iniziale, è fatta di grandi, complesse, a volte spericolate avventure imprenditoriali, in cui si sono cimentate le migliori intelligenze di Terra d’Otranto: ardite sperimentazioni delle nuove varietà, messa a coltura di notevoli estensioni di territorio, costruzione di una capillare rete di opifici…
Ma intorno all’economia del tabacco si è anche sviluppato un endemico conflitto di classe, tra i ricchi possidenti concessionari e le masse di contadini ed operaie tabacchine, sottoposte ad uno sfruttamento ai limiti della dignità umana…
L’economia del tabacco a Tricase e nel Salento. I consorzi, i tabacchifici, le tabacchine, le mescie, l’emigrazione, i racconti, le storie, i canti… La rivolta di Tricase del 1935. Cinque morti la cui memoria è stata rimossa per decenni.
Un libro appassionante nella sua narrazione a più voci.
Un libro per cui sorge spontanea la domanda: Perché non prima?

Il fatto che gran parte dei racconti raccolti in questo libro siano belli non è un orpello ornamentale; è la sostanza stessa del loro significato, il risultato di un lavoro durato decenni per dare forma al ricordo e per dare senso alla Storia attraverso la costruzione di storie.
Anche per questo usiamo il metodo del montaggio: non certo perché pensiamo che sia più «oggettivo» ma perché la nostra interpretazione passa attraverso il modo in cui assembliamo questa pluralità di voci individuali, accordandole nelle armonie e dissonanze di una narrazione polifonica in cui le voci degli intervistati vanno infine a comporre la nostra
.
Alessandro Portelli

La letteratura italiana non si è intereressata del proprio popolo, non si è incuriosita di quello che succedeva, è sempre stata scritta da coloro che facevano parte di un’altra classe, oppure se veniva scritta da qualcuno che apparteneva a una classe inferiore, quello lì per farsi accettare scriveva sempre storie delle classi superiori. Dentro la nostra letteratura manca l’epica del popolo.
Questo libro fa le veci della narrativa, e lo fa bene, perché è un libro di racconti, che lascia parlare le persone. Sono grato specialmente perché questa raccolta di voci è stata mantenuta nella lingua originale, nel dialetto. È bellissimo il dialetto perché fa sentire le voci delle persone. Ne viene fuori un’Italia magnifica, impensabile e anche indimenticabile.

Erri De Luca


 


 
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